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Il fondo SURE, istituito lo scorso aprile quale sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in un contesto di emergenza a seguito della pandemia di COVID-19, è finalizzato ad aiutare i paesi europei a sostenere i costi della cassa integrazione, mediante un’assistenza finanziaria in forma di prestiti per un importo fino a 100 miliardi di euro. Secondo quanto previsto dallo stesso regolamento costituente il fondo [COM(2020)139], il programma si attiva solo successivamente alla messa a disposizione di garanzie da parte di tutti gli Stati membri (art.12 del regolamento) per un ammontare minimo di 25 miliardi. La partecipazione al programma è volontaria e non sussisterebbe alcun obbligo al versamento delle suddette garanzie.

Ad oggi, 17 paesi dell’UE hanno inoltrato ufficialmente la richiesta di poter accedere alle risorse del fondo europeo. In particolare, il governo italiano ha richiesto l’accesso al fondo per un ammontare pari a 27,4 miliardi di euro. Risulta però che  il fondo SURE non sarebbe stato ancora costituito e ho chiesto alla Commissione chiarimenti sull’attuale status di costituzione del fondo e quali Stati hanno provveduto al versamento delle garanzie previste dal regolamento nonché la tempistica dell’erogazione dei prestiti.