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Il 14 dicembre scorso, in occasione dell’ultima sessione plenaria di Strasburgo del 2021, ho chiesto che l’Anno europeo della gioventù non si limiti solo al 2022 ma che l’Europa faccia ogni anno di tutto per per aiutare i giovani a migliorare la loro situazione sociale riducendo gli ostacoli all’accesso al lavoro e promuovendo il riconoscimento reciproco dei diplomi.
Attenzione particolare deve essere riservata ai ragazzi con disabilità, che più di tutti hanno subito gli effetti negativi della pandemia e che più di tutti hanno visto aumentare le discriminazioni e l’inclusione socioeconomica in questi ultimi, complicati, anni.
L’attenzione alla disabilità non può e non deve essere limitata nel tempo e quindi non può e non deve essere celebrata in un solo anno. La disabilità non conosce scadenze temporali. È compito di questa Europa non porre limiti.