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L’epidemia di influenza aviaria sottotipo H5N1 ad alta patogenicità (HPAI) si sta espandendo in tutto il Nord Italia, soprattutto nella regione del Veneto, dove risulterebbe particolarmente colpita la provincia di Verona. Secondo il bollettino dell’Istituto sperimentale delle Venezie vi sarebbero 43 focolai e centinaia di migliaia gli animali da abbattere. I volatili colpiti dall’influenza aviaria sarebbero 2,8 milioni: nella maggior parte si tratta di tacchini da carne, con alcuni allevamenti di galline ovaiole e polli.

Per arginare l’epidemia sono state individuate una zona di protezione di 3 km dall’allevamento colpito e una zona di sorveglianza con un raggio di 10 km. Considerata l’alta patogenicità del virus, nelle zone di protezione e sorveglianza non è consentito far entrare o uscire pollame, volatili in cattività o mammiferi domestici dagli impianti senza l’autorizzazione del veterinario, e le carcasse dei volatili morti devono essere distrutte immediatamente. Pertanto, ho chiesto alla Commissione tramite interrogazione scritta se è al corrente delle difficoltà in cui versa la filiera avicola del Veneto a seguito della comparsa dell’influenza aviaria H5N1. Inoltre, ho chiesto quali strumenti finanziari intende adottare a supporto degli imprenditori avicoli veneti per far fronte alle conseguenti ricadute economiche e occupazionali.