14.11.2019. Dibattito sulla gestione dei flussi migratori, “Oggi la Grecia, come l’Italia, paga l’incapacità dell’Unione Europea che, anziché lavorare seriamente sui programmi di ricollocazione, si piega ai ricatti di Erdogan”.
In occasione della mini-plenaria di Bruxelles, ho richiamato l’attenzione sulla situazione nelle isole greche, soprattutto negli hotspot come quello di Moria, che pur avendo una capienza di 3.000 posti conta oggi oltre 13 mila persone. Inoltre, a causa dell’offensiva della Turchia nel nord-est della Siria, la situazione potrebbe peggiorare con un ulteriore aumento del flusso di profughi siriani. L’hotspot di Moria ben rappresenta il fallimento della politica migratoria europea. L’apice di tale fallimento è stato raggiunto nel 2016 con l’accordo tra l’Unione Europea e la Turchia siglato per fermare il flusso di rifugiati dalla costa occidentale di Ankara alla Grecia. L’accordo prevedeva che le isole della Grecia venissero utilizzate come “aree di sosta” temporanee per i migranti che dalla Turchia tentavano di raggiungere l’Europa orientale, a condizione però che i migranti sarebbero tornati nel territorio di Ankara. Ebbene, a causa del malfunzionamento di tale accordo oggi contiamo oltre 30mila migranti intrappolati in Grecia.