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Alcuni articoli affermano che l’Unione europea stia valutando di chiedere ai suoi Stati membri di bloccare le aperture delle piste da sci, impedendo di fatto lo svolgimento della stagione turistica invernale. Questa decisione causerebbe delle conseguenze socio-economiche per l’economia di montagna portando alla perdita di migliaia di aziende e decine di migliaia di posti di lavoro, oltre alle devastanti ricadute sociali che potrebbero diventare irreversibili.

Solo in Italia il turismo invernale vale 10 miliardi di euro e occupa più di 150 000 persone, molte delle quali stagionali. A livello regionale sono state presentate diverse linee guida e di intervento per permettere agli impianti di riaprire, mettendo in campo rigorosi protocolli di sicurezza per garantire lo svolgimento di queste attività in maniera sicura sia per gli utenti che per i lavoratori. Insieme ai colleghi eurodeputati, abbiamo presentato un’interrogazione scritta chiedendo un chiarimento sulle misure che l’Unione intende concretamente adottare e che tipo di risorse intende utilizzare per arginare il grave danno economico causato da questa decisione.